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Benessere psicofisico in armonia con la natura.

Stop al sale, se non è rosa

La "Settimana mondiale per la riduzione del sale" ricorda il ruolo del sale per il nostro benessere. A tavola portiamo quello integrale o, meglio, quello rosa dell'Himalaya.

Sale? Meglio scendere, invece. Almeno nella quantità. Stiamo parlando di quell'elemento che porta sì sapore alle nostre pietanze ma che, consumato in modo eccessivo, è collegato al rischio di patologie gravi: il sale. Per questo motivo, da qualche anno l'ultima settimana di marzo è dedicata alla " Settimana mondiale per la riduzione di sale" (organizzata dalla Società italiana di nutrizione umana-SINU, e dal Gruppo di lavoro intersocietario per la riduzione del consumo di Sodio in Italia. Obiettivo: promuovere la riduzione del sale da cucina nell’alimentazione quotidiana.

Quanto sale dovremmo assumere? Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità non più di circa 5 grammi al giorno per un adulto, l'equivalente di un cucchiaino da caffè. Invece ne consumiamo davvero tanto, troppo: fino a 2-3 volte in più. E che direi dei più piccoli? Per loro le dosi dovrebbero essere ancora più basse: fino a sei mesi, meno di 1 grammo al giorno; da 6 a 12 mesi, 1 grammo al giorno; da uno a tre anni, 2 grammi al giorno; da 4 a 6 anni, 3 grammi al giorno. Solo per chi ha più di 7 anni, l'alimentazione può essere quella di un adulto (in termini di quantitativo di sale massimo da introdurre in una giornata).

Mangiamo troppo sale anche perchè la nostra dieta è ricca di fonti "nascoste": ad esempio, 3-4 fette di prosciutto crudo "regalano" 3,4 grammi di sale. Un formaggino ne fornisce 0,6 grammi. E poi perchè siamo abituati al salato: ridurre gradualmente il sale, almeno nei cibi cucinati in casa, migliora la sensibilità del nostro palato e permette di apprezzare e riconoscere il vero, insostituibile gusto di ogni alimento.

Quali sono le regole da seguire? Per prima cosa ridurre il consumo di cibi industriali, in scatola e limitare l'uso di dadi per il brodo, ketchup, senape; acquistare alimenti poco salati, controllando bene le informazioni riportate in etichetta (alla voce Sodio o sale; 1 grammo di sodio corrisponde a 2,5 grammi di sale e un valore basso non supera lo 0,12 grammi ogni 100 grammi di prodotto). Aggiungere poco per volta sempre meno sale alle ricette: dalla pasta alla carne e alle verdure, tutto può essere preparato anche senza sale e insaporito con erbe aromatiche fresche, limone e aceto. Si tratta di fare il gusto. Poichè il gusto si forma sin dall'infanzia, è bene non aggiungere sale nelle pappe.

Il secondo aspetto fondamentale riguarda la scelta del sale. Perchè la prevenzione passa da quello che portiamo in tavola, dimentichiamo il sale normalmente disponibile nei negozi (composto sostanzialmente da cloruro di sodio, sostanza di cui non abbiamo carenza e che tende a trattenere liquidi e dare i noti problemi di salute) e optare per sali integrali, naturali, non trattati e quindi più ricchi di altre sostanze minerali come iodio, rame, zinco, bromo.

La copertina del volume "Acqua e sale"Il top è rappresentato però, al momento, dal sale rosa dell'Himalaya che, addirittura, è salutare: contiene ben 84 minerali e ha un effetto benefico sull’apparato digestivo, scheletrico, muscolare e nervoso; ripristina l'equilibrio e rimuove le scorie. Viene estratto, lavorato, selezionato e lavato completamente a mano e quindi asciugato al sole; è senza additivi e possiede altissime qualità bioenergetiche, come viene spiegato nel libro "Acqua & sale" scritto da Barbara Hendel per le edizioni Verlag (23,90 euro).

Gli esempi pratici esposti insegnano a usare l’acqua e il sale cristallino dell'Himalaya anche per riacquistare la salute o mantenerla, contribuire al proprio benessere, ritrovare il proprio equilibrio psicofisico, aampliare la propria consapevolezza, attingere a una fonte di energia inesauribile. L'unica avvertenza: accertarsi che sia veramente sale rosa dell'Himalaya.

 

28/3/2012

28/3/2012

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