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dalla parte dei bambini
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Il servizio di Report anticipa l'uscita della monografia dello Iarc: l'elettromagnetismo dei telefonini non fa così bene, soprattutto ai più piccoli. Le avvertenze per un uso quotidiano più sicuro.
Siamo in tanti, tantissimi a possederlo: più di 5 miliardi di persone e una buona parte sono adolescenti e bambini. L'età media del primo acquisto è 11 anni, ma ogni anno l'età si abbassa e ci sono già cellulari per i bambini molto piccoli. Ma è importante fare attenzione: perchè questi apparecchi possono fare male. A tutti, specialmente ai più piccoli. E' quanto emerge chiaramente dal servizio L'Onda Lunga andato in onda durante il programma tv Report (per vederlo, cliccate qui).
Già, come recitava uno spot del 1986, "è un'incredibile libertà poter usare un telefono cellulare; se lo provi una volta non torni più indietro": inventato da Martin Cooper, dal 1983 ad oggi è diventato il nostro fedele compagno di vita. Ma dopo tante indicazioni rassicuranti sull'assenza di possibili danni, ora anche lo Iarc (l'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) lo conferma: per i "forti consumatori" c'è un'associazione possibile tra tumore al cervello e onde emesse dal cellulare, per almeno 10 anni. Giusto una nota: per essere "forti consumatori" bastano 30 minuti di telefonate al giorno.
Per i bambini poi il rischio è maggiore perchè, come ha spiegato Lennart Hardell: "Il loro cervello non è del tutto sviluppato e perché le ossa del cranio sono più sottili; quindi le radiazioni del cellulare penetrano più in profondità. Il cervello si sviluppa fino all'età di 20-25 anni e durante questa crescita probabilmente è più sensibile alle onde". Hardell è oncologo, lavora all'ospedale universitario di Orebro e da anni studia, senza finanziamenti privati, gli effetti del cellulare sulla salute.
Perchè queste informazioni che già si conoscevano da tempo vengono ufficializzate solo ora e perchè ci sono studi che dicono il contrario? La risposta viene dalle parole di Angelo Gino Levis, dell'Associazione Medici per l'Ambiente: "Esiste una correlazione sistematica tra finanziamenti o cofinanziamenti privati, risultati negativi, cioè risultati tranquillizzanti, ottenuti però con protocolli ad hoc che servono proprio ad ottenere questi risultati". In altre parole, come ha raccontato Sabrina Giannini, la giornalista di Report: se la ricerca è finanziata dai privati le radiazioni emesse dai cellulari vengono assolte nel 71% delle volte, se lo studio è finanziato con soldi pubblici soltanto nel 33%. Un piccolo particolare: i privati sono spesso associazioni di produttori di telefonia.
La monografia Iarc, la cui uscita è stata programmata per il 2012, ufficializza la conclusione - formalizzata già il 31 maggio 2011 - a cui si è giunti con lo studio Interphone che studiava l'associazione tra il glioma e l'uso dei cellulare: per i "forti utilizzatori" c'è un'associazione statisticamente significativa di un aumento del 40% del rischio di glioma.
Le precauzioni che possiamo adottare:
Naturalmente il cellulare è davvero entrato nella nostra vita; possiamo però cercare di utilizzarlo in modo più consapevole, facendo particolare attenzione all'uso che ne fanno i nostri figli.
28/11/2011
29/11/2011
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